sabato 21 aprile 2012

TRIESTE - LA CATTEDRALE DI SAN GIUSTO

La facciata di San Giusto è dominata da uno splendido rosone gotico trecentesco, a doppio giro di colonnine: un ricamo leggero di pietra, attraverso il quale la cattedrale è innondata di luce. È opera di maestri scalpellini lombardi, chiamati dal vescovo Rodolfo Pedrazzani, cremonese. Il portale, sotto quel rosone, sembra troppo umile: gli stipiti infatti sono stati ricavati da una lapide tombale romana, segata a metà. Però è un ingresso unico per originalità, non visto altrove. Varcata la soglia, ti trovi in una chiesa che, pur essendo a cinque navate, non ti opprime con la sua grandezza e maestà, ma ti dà una sensazione di pace, come di un rientro nel tepore della casa dopo una giornata laboriosa. Le irregolarità e diversità architettoniche, gli accostamenti di stili e di epoche, tutto si risolve in una superiore unità, in una visione tranquilla, unica e irripetibile. La basilica infatti, come spiegano le guide, risulta dall'unione, che si fa risalire al Trecento, di due chiese precedenti: quella di sinistra consacrata alla Vergine assunta, del secolo V, e quella di destra consacrata a San Giusto, martire triestino e patrono della città, del secolo XI.
CATTEDRALE DI S. GIUSTO La Cattedrale di S. Giusto in una cartolina del 1907. Nei restauri del 1932 vennero staccati dalla facciata gli intonachi settecenteschi e il sagrato venne notevolmente abbassato. Furono riportati in luce i piccoli conci di «masegno», che col loro colore caldo esaltano le candide strutture del rosone e dei portali. Le pietre tombali vennero sistemate dietro l'abside. (Coll. L. Susa) LEGGI TUTTO SU ARTE RICERCA

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