sabato 28 aprile 2012
Paesaggio e fotografia
Nel 1863, il fotografo inglese Samuel Bourne effettuò il suo primo viaggio sull'Himalaya. La sua spedizione contava trenta portatori, impegnati per lo più a trasportare le provviste e l'enorme attrezzatura che accompagnava i fotografi del tempo (con la tecnica del collodio ogni scatto richiedeva il montaggio di una camera oscura portatile); durò dieci settimane, durante le quali fu raggiunto Passo Taree, a 4658 metri di quota, e fruttò 147 negativi di zone nelle quali pochissimi occidentali avevano messo piede. L'anno dopo Bourne intraprese una spedizione ben più ambiziosa: accompagnato da una sessantina di coolies passò nove mesi nell'esplorazione del Kashmir, riportando 500 negativi. Nel 1868, Bourne realizzò la sua spedizione più ambiziosa, affrontando con ottanta portatori e un intero gregge di animali (il problema più drammatico era rappresentato dai rifornimenti) i passi più alti dell'Himalaya. Per molti anni, la sua fotografia di passo di Manirung, a 5670 metri, rappresentò la massima altitudine mai raggiunta da un'attrezzatura fotografica.
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