lunedì 23 aprile 2012

Tra Venezia e Vienna - Marino De Grassi

Carta geografica della provincia del Friuli (1750). Scala di Miglia dieci Italiane. Rifacimento maginiano del De L'Isle. Si leggono i confini tra il Friuli e la Contea di Gorizia.
Gorizia e il Friuli tra Venezia e Vienna. Libri illustrati del Settecento è il titolo della mostra allestita al Castello di Gorizia e documentata in questo catalogo. E non poteva esserci luogo più idoneo di Gorizia a ospitare una rassegna che pone a confronto diretto, per la prima volta, una significativa selezione della produzione libraria illustrata di Venezia e di quella edita nei domini di Casa d’Asburgo. La sua particolare collocazione geopolitica e le sue vicende storiche in Età Moderna, infatti, ne fecero sin dai primi anni del suo passaggio agli Asburgo, a seguito della morte di Leonardo, ultimo conte, avvenuta in Lienz l’11 aprile 1500, una città di lingua e cultura italiana, capitale di una contea con una popolazione slovena a est e italiana nella sua parte occidentale. La sua nobiltà, che pure conosceva e parlava la lingua tedesca al pari degli alti pubblici funzionari, trovò spazio all’interno dell’amministrazione asburgica e non pochi suoi esponenti si distinsero nelle armi, nella diplomazia e nella stessa corte imperiale. La nobiltà locale si qualificava per formazione e interessi culturali, un tratto caratteristico di Gorizia sino ai nostri giorni. La città godette per secoli, e fino a tutto il Settecento, di una continua immigrazione dall’Italia. Agli inizi del Seicento, anche a seguito della forte azione controriformistica avviata dall’arciduca e poi imperatore Ferdinando II, in città si insediarono i Gesuiti, che ne accenturarono il livello culturale e la sua connotazione italiana. Ma Gorizia allora era e si sentiva parte integrante dei domini di Casa d’Austria: una città italiana nell’impero degli Asburgo, che godeva degli influssi culturali di area veneta, ma che non poteva naturalmente non avvertire le influenze che provenivano dalla particolare realtà statuale cui apparteneva. E specie nel Settecento, che qui direttamente ci riguarda, fu la presenza forte e autorevole di Venezia a farsi sentire, così come la corte di Vienna esercitava fascino e attrazione non solo sulla nobiltà goriziana, ma pure su quella friulana residente in territorio veneto.
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