martedì 7 febbraio 2012
Santa Maria di Aquileia - Le origini - Giuseppe Franceschin
La fondazione dei primi monasteri benedettini femminili, come dei maschili, è generalmente attribuita a S. Benedetto (480-547). In realtà nella regola dettata dal santo abate non si trova alcuna allusione alle monache. Soltanto nei Dialoghi è nominata la sorella Scolastica come consacrata al Signore fin dalla giovinezza. Ciò tuttavia non autorizza a credere che essa vivesse in una comunità monastica. In ogni modo, non è detto che le comunità esistenti nel VI secolo fossero necessariamente ispirate alla regola di S. Benedetto.
Dopo i disastri provocati dalle invasioni barbariche che non risparmiarono i monasteri, a partire dalla fine del VII secolo fino a tutto l' VIII, si moltiplicano le fondazioni, anche grazie alla generosità dei principi longobardi, convertiti al cristianesimo. Tra i friulani, si citano, l'abbazia di S. Michele di Cervignano e i monasteri femminili benedettini di S. Maria in Valle di Cividale e di Salt di Povoletto. Di quest'ultimo sono noti i fondatori, l'anno di fondazione (762) e le regole fondamentali: elezione dell'abbadessa con il consenso della comunità stabilità dell'abbadessa stessa, assoluta libertà sua e del convento nei confronti dei donatori; riconoscimento del diritto-dovere del patriarca nel confermare la superiora, nel proteggere il sacro cenobio e nell'intervenire nella vita conventuale, ma solo in caso di grave trascuratezza della regola (1).
L'organizzazione interna dei monasteri benedettini femminili è molto simile a quella dei maschili. Le monache recitano di giorno e di notte l'ufficio divino, dedicano qualche tempo alla Lectio Divina; tessono, ricamano e trascrivono codici. In alcuni casi, assistono gli ammalati e viandanti nell'ospedale annesso e istruiscono le fanciulle. La guida spirituale e materiale del monastero è nelle mani dell'abbadessa che tiene ampi poteri discrezionali circa la pratica della regola. La vita monastica contempla una certa qual clausura, ma riguarda più gli estranei che le monache. Queste escono abbastanza di frequente dal chiostro per partecipare alle pubbliche processioni, per visitare chiese o per altre opere di carità e religione. Normalmente i monasteri sono soggetti alla visita e alla correzione del vescovo diocesano (2).
Nell'anno 817 l'imperatore Ludovico il Pio ordina a tutti i monasteri del regno l'introduzione della regola benedettina, secondo gli statuti stabiliti ad Aquisgrana dal sinodo degli abati.
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