mercoledì 28 dicembre 2011
GIOVANNI BOLDINI (Ferrara 1842 – Parigi 1931)
Giovanni Boldini, seguendo le orme paterne, dedicherà i primi anni della sua formazione artistica alla copia dei capolavori rinascimentali. Nel 1858 inizia, con un autoritratto, quella serie fortunata di dipinti di signore e di personaggi, che non abbandonerà mai e che lo renderanno ricco e famoso nel mondo. Nel 1860, appena diciottenne, gode già di una certa fama a Ferrara e dintorni, quale ritrattista. Nel 1862, grazie ad una piccola eredità di uno zio sacerdote e su consiglio del padre Antonio, Giovanni si trasferisce a Firenze per iscriversi all'Accademia di Belle Arti, dove tengono cattedra Stefano Ussi ed Enrico Pollastrini, ma che, carattere ribelle, non frequenterà a lungo, non condividendone, sembra, i rigidi metodi accademici. Durante il soggiorno in questa città, diverrà amico inseparabile di Michele Gordigiani e Cristiano Banti, i quali lo introduranno nel gruppo dei Macchiaioli (artisti che si ritrovano al Caffè Michelangelo, tra i quali: Fattori, Martelli, Signorini, Cabianca, Borrani, tutti esponenti di rilievo del movimento). Boldini, ospite nello studio di Michele Gordigiani, in via Nazionale, realizza il ritratto di Giuseppe Abbati, suscitando ammirazione, invidia ed un autentico andirivieni di artisti curiosi.
Nel 1865 Giovanni Boldini è ospite di Diego Martelli a Castiglioncello; l'anno seguente si reca a Napoli con il suo amico Cristiano Banti, dove viene affascinato dall'ambiente partenopeo e dall'originalità di alcuni naturalisti locali. Durante questo periodo egli dipinge alcuni ritratti di Cristiano e della sua famiglia (1866) ottenendo il plauso, ma anche qualche critica nella cerchia dei macchiaioli.
Nel 1867 Giovanni Boldini si reca, assieme ai Falconer per la prima volta a Parigi, per l'Exposition Universelle ed incontra Degas (che del resto era abbastanza di casa a Firenze), Manet, Sisley e Caillebotte.
L'anno seguente il suo ritorno in Toscana, Giovanni inizia ad affrescare la sala da pranzo della "Falconiera", nella campagna di Pistoia, lavoro interrotto molte volte e completato solamente nel 1870, anno in cui si reca a Londra, ospite di William Cornwallis West, e dove esegue con successo vari ritratti di signore inglesi; però la capitale inglese non lo soddisfa appieno ed al finire dello stesso anno rientra in Italia. Si trasferirà nel 1871 a Parigi, dove collaborerà con il potente mercante d'arte Goupil, per il quale lavorano già Giuseppe Palizzi, De Nittis, Mariano Fortuny ed Ernest Messonier. In questo primo periodo, nell'allora capitale mondiale delle arti, Boldini muta il suo linguaggio macchiaiolo degli inizi, per realizzare quadri di piccolo formato dipinti con sapiente virtuosismo. Sulla scia di un filone, condizionato dalle esigenze dei ricchi collezionisti francesi ed inglesi e già ampiamente percorso dai suoi colleghi, questi dipinti "di genere", con temi settecenteschi o di vita contemporanea, furono il preludio alle grandi vedute parigine e veneziane e dei monumentali ritratti realizzati nella maturità.
Da questo momento Boldini diverrà il massimo rappresentante del ritratto d'epoca, mondano o di rappresentanza, superando per successo molti altri pittori quali Stevens, Sargent, Lenbach, Lazlò, Fortuny, Lavery, Zuloaga, Blanche, Besnard, Orpen, dediti tutti ad immortalare la bella società.
... nel 1889 Giovanni Boldini viene nominato commissario per la sezione artistica italiana all' Exposition Universelle di Parigi, allestisce le quattro sale valendosi della collaborazione dei pittori Signorini e d'Ancona, e dello scultore Rivalta: nella prima sala erano esposti tre grandi ritratti di Boldini, fra i quali il Pastello bianco.
(E. Camesasca, 1970)
In questa occasione Boldini presentò complessivamente otto opere, fra le quali: Coralli di ricambio; Chiesa di San Alarm e Due autori (acquerello), quest' ultimo premiato con il diploma d'onore.
A settembre parte con Degas per la Spagna, soggiornandovi dal 7 al 17; dopo aver visitato Madrid, vanno in Marocco a Tangeri; rientrano a Parigi il 26 dello stesso mese.
..."in Giovanni Boldini il fermento non appare agire se non dopo il viaggio in Spagna con Degas, nel 1889. Il decennio formativo è d'incubazione, pur se contiene cose preziose e luminose e talvolta già di straordinaria incisività e sintesi come i ritratti del padre e del generale spagnolo; ma sebbene vi sia maggiore continuità tra queste opere e quelle che si scaglionano (avvertendo che occorre cautela per la cronologia, causa anche le frequenti riprese a distanza) nel primo periodo parigino, c'è pure ad un certo momento una situazione che esige d'esser considerata se non come un salto come un rinnovamento".
(C. Ragghianti 1970)
Nel 1881 lo Stato francese aveva abbandonato il suo diritto di controllo sui Salons, cedendolo alla Société des artistes français; nel 1884 nacque il Salon des Indépendants, che senza giuria e senza premi offriva a chiunque la possibilità di esporre. Nel 1890, Meissonnier provocò una secessione, fondando, con Puvis de Chavannes, la Societè Nationale des Beaux-Arts, alla quale si associano Boldini, Sisley, Blanche, Rodin.
Nel 1891 Boldini si reca a Firenze, dove realizza, per incarico della Direzione degli Uffizi, un autoritratto, ottenendo in cambio un calco del Cardinale de' Medici del Bernini.
Durante questo soggiorno, ospite dei Banti, sembra abbia avuto una breve relazione sentimentale con Adelaide, figlia dell'amico Cristiano e già ritratta da Giovanni in giovane età.
Nel 1893, in occasione del gala milanese del Falstaff di Verdi, fa dono al musicista di un ritratto ad olio dello stesso. Nel 1895 è nel comitato di patrocinio della Biennale di Venezia. Nel 1897 presenta il ritratto a pastello di Verdi, assieme ad altre opere, alla Biennale di Venezia; nello stesso anno espone anche a New York.
Nel 1900, a Palermo, ritrae Franca Florio; partecipa all' Exposition Universelle di Parigi con i ritratti di Whistler (che aveva già presentato a New York tre anni prima) e dell' infanta Eulalia di Spagna (Museo Boldini di Ferrara).
Agli inizi della prima guerra mondiale Boldini si trasferisce prima a Londra e poi sulla Costa Azzurra, a Nizza. Nel 1918, quando la guerra volge al termine, rientra a Parigi, dove l'anno seguente il governo francese lo insignisce della Legion d' Honneur.
In un articolo pubblicato il 4 ottobre del 1925, Filippo De Pisis, anche lui ferrarese, racconta una visita a Boldini compiuta alcuni giorni prima, a Parigi.
- Il maestro, che da un pezzo aveva superato gli ottanta, abitava al 41 di Boulevard Berthier tra binari, stazioni, mercati, in una villa modesta. Pur soffrendo da anni agli occhi, con vista notevolmente indebolita, continuava a viaggiare, dipingere, esporre, avere rapporti con clienti e collezionisti. -
Quando De Pisis gli fece visita, sul cavalletto dello studio, una grande tela, forse appena ritirata dal Salon (non identificata tra le opere allora esposte) spiccava in tutta la sua bellezza.
Giovanni Boldini conclude la sua gloriosa carriera artistica a Parigi, l' 11 gennaio 1931, all'età di 89 anni.
Per volontà testamentaria, la salma venne trasferita a Ferrara accanto a quella dei genitori.
Il 7 maggio dello stesso anno, venne allestita una rassegna di varie fra le sue opere principali, presso la Galleria Charpentier di Parigi, prima delle numerose 'postume' di cui Emilia Cardona si fece instancabile realizzatrice.
Giorgio Catania
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