giovedì 10 maggio 2012

COLLEZIONI E MUSEI: A SPASSO NELLA STORIA - Simona Fuscà

Questo breve excursus mira fondamentalmente a mettere in evidenza il rapporto che ha legato e che continua a legare gli uomini agli oggetti a prima vista inutili: “Cose” che non sembrerebbero avere immediato scopo pratico. Nel lasso di tempo compreso fra 40000 e 60000 anni fa, in Francia (Arcy-sur-Cure), è possibile fissare un terminus a quo e trovare così le prime labili tracce di un’attività collezionistica. Questo particolare atteggiamento nei confronti degli oggetti si evolve nel tempo e viaggia nella storia insieme all’uomo. Possiamo trovarne testimonianza, ad esempio, nelle raccolte di oggetti preziosi e d’arte che si formano nei santuari, nelle tombe e nelle dimore dei capi e dei sovrani. Leggendo il testo Storia dell’arte Greca di Antonio Giuliano e, più specificatamente, il capitolo dedicato all’Età classica (2005, pp. 201-335), si noti come nei santuari greci affluissero voti da ogni città ellenica e da ogni punto del Mediterraneo. Essi erano conservati per lo più in appositi edifici chiamati θησαυροί (thesaurói), alcuni dei quali giunti fino a noi come il thesauros dei Sicioni, dei Sifni, o quello degli Ateniesi. Alternativamente, sempre nella Grecia antica del VI, V e IV secolo a.C., è possibile trovare grandi quantitativi di oggetti preziosi nei templi, ovvero nella parte posteriore – o adyton – in cui spesso erano conservati i tesori appartenenti al dio titolare dell’edificio di culto. LEGGI L'ARTICOLO COMPLETO

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