mercoledì 4 gennaio 2012
Un mito di nome Cartier - Alessandra Doratti
Quattro generazioni si sono succedute alla guida dell'atelier di rue de la Paix: dietro le loro vicende, c'è la saga di una grande famiglia venuta su dal niente e che ha conquistato il mondo.
Parigi nel 1847 era percorsa da brividi rivoluzionari, e l'Europa era in subbuglio. A 28 anni, Louis-Francois Cartier, figlio di Pierre, un abile cesellatore di calci da fucile, rilevava da maitre Picard la bottega di Montorgueil, dove era entrato appena diciottenne per imparare i segreti della gioielleria. Munito di un buon bagaglio di conoscenze tecniche e di una gran voglia di farsi largo nella vita, Francois aveva un obbiettivo solo: uguagliare i vari Fossin e Bapst, i migliori della sua professione. La politica non lo interessava granché e il futuro non gli faceva paura. «Dopo le rivoluzioni - amava ripetere suo padre - la gente desidera ancora di più il lusso e le feste». Continua su (Arte Ricerca)
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