martedì 27 novembre 2012
I VETRI DELLA MANIFATTURA LOETZ - Franco Borga
Nel 1879 è il nipote, il barone Max Ritter von Spaun a prendere le redini della vetreria; egli, modernizzandone i procedimenti, chiama alla direzione artistica il tecnico Eduard Prochaska, istancabile inventore di nuove tecniche e ottiene numerosi brevetti. Con la lavorazione di vetri imitanti le pietre semi-preziose, i marmorizzati e i venati, dà avvio ai decori detti Intarsia, fatti con inclusioni a caldo di serpentine o pastiglie di vetro colorato in un vetro chiaro, e Octopus, dalle differenti sfumature associate ai blu turchese, con ornamenti opalescenti ripresi ad oro.
Verso il 1890 incomincia con le prime iridescenze di vetri con riflesso metallico, per giungere sul finire del secolo alla realizzazione del vetro Phänomen con applicazioni e inserti di filamento di vetro in parte metallizzati, simile al vetro di Tiffany e al famoso vetro Papillon, in numerose varianti e combinazioni di colori, caratterizzato da un decoro costituito da punti o placche iridescenti, evocanti l'aspetto delle ali di piccole farfalle. Nel decennio precedente il finire del secolo, esegue altri vetri battezzati Colombia, per l'immagine dedicata a Cristoforo Colombo, Pavonia un vetro ambrato, Alpenrot e Alpengrün vetri colorati chiari e luminosi, e ancora Rusticana e Pampas.
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