lunedì 26 novembre 2012

CONQUISTADORES - LA SCOPERTA DELLE AMERICHE - Giuliano Confalonieri

Colombo, Vespucci, Cortes, Pizarro
Il colonialismo è una delle tante conseguenze della prevaricazione in nome del potere e della ricchezza, tendenze molto spesso mascherate da fini religiosi. La politica di dominio perseguita dalle potenze europee su ampi territori dell’America, dell’Africa e dell’Asia, si è affermata in seguito alle esplorazioni geografiche. Giustificata sul piano morale come funzione civilizzatrice, apportò tremende sofferenze e stragi indifferenziate. La storia dei Conquistadores si ripercosse sull’intera Europa tanto che fu lo stesso Papa ad autorizzare con la Bolla Inter Caetera il tracciamento sulle carte della linea di demarcazione (raya) ad ovest dell’arcipelago delle Azzorre. Ciò suddivideva l’influenza sulle terre da assoggettare alla Spagna ed al Portogallo, con la raccomandazione che gli indigeni “dovevano essere trattati amorevolmente”. Nonostante questa paterna preoccupazione, i gruppi di frati che si trasferirono nel Nuovo Mondo per convertire gli indigeni innescarono una serie di coercizioni sovrapponendo le loro crudeltà a quelle dei compatrioti andati per razziare. Costretti al lavoro per costruire conventi, gli indios dovettero trascurare le coltivazioni: molti di loro morirono per le malattie importate, per le fatiche eccessive e per le punizioni spesso crudeli di chi li voleva evangelizzare: “la storia delle ‘sottane nere’ ha una qualità omerica. I missionari furono gli avventurieri del XVII-XVIII sec., gli eredi dei conquistadores dei primi tempi. Percorrevano grandi distanze, trionfavano dell’aspra natura e dell’infido selvaggio, compivano imprese stupefacenti, non si lasciavano fermare né dalle montagne né dai fiumi né dalla fame, dal freddo, dalla sete”. Leggi tutto su Arte Ricerca

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