domenica 15 febbraio 2015

Carlo Giuseppe Montani (Genova 1863 – Pianfei 1950) - testi di Flavio Bonardo

La città di Saluzzo che si affaccia al Monviso, fu per circa quattro secoli (1175 – 1548) la Capitale di un Marchesato indipendente che si estendeva tra le province di Cuneo e di Torino con lingue estreme ora in territorio francese e conserva ancora oggi tra le sue mura, nobili e ricche testimonianze di quel lontano passato. Lì, Carlo Giuseppe Montani vi nacque il giorno 8 novembre 1868 e a Saluzzo compì i suoi primi studi dimostrandosi brillante ma irrequieto. Per il suo carattere dirompente e smanioso di fare e agire la “Firenze del Piemonte” (com’è appellata per il fascino del suo centro storico) Saluzzo gli stava stretta e fu così che si trasferì a Torino. Nella Capitale Sabauda compì altri studi che gli permisero di partecipare ad un concorso che vinto gli aprì le porte a segretario dell’amministrazione centrale della Pubblica Istruzione e raggiungere così Roma la città tanto agognata. A Roma il giovane Carlo completò i suoi studi diplomandosi presso l’Istituto Tecnico Industriale. Il lavoro amministrativo e tutte quelle scartoffie che si accumulavano sulla scrivania, lo rendevano nervoso e contemporaneamente lo privavano della sua libertà e fu con vero piacere e grande gioia che decise di lasciare quel lavoro inadatto, per tuffarsi libero e felice nell’ambiente giornalistico, letterario/artistico della Capitale dove già aveva fatto conoscenze importanti. Cesare Pascarella (poeta e pittore) era uno di questi: ribollente di novità, idee e progetti, aveva il potere di coinvolgere qualsiasi e Montani più giovane di un decennio ne fu attratto entrando così a far parte del Circolo Artistico Internazionale che in quel 1887 era stato definitivamente trasferito al civico 54 di via Margutta. Il Circolo Artistico inglobava anche la Società degli Acquerellisti, nella quale militava già dal 1878 Filiberto Petiti altro piemontese trapiantato nella Capitale e anche lui proveniente dalla Pubblica Amministrazione. Petiti acquerellista di grande caratura, lo mise sotto la sua ala protettrice, quasi genitoriale poiché tra loro intercorrevano ventitrè anni di differenza; s’instaurò così tra i due piemontesi una grande amicizia e il giovane Carlo (che già si dilettava nella pittura a olio sotto l’egida del Carlandi) fu iniziato dal maestro a quella tecnica così difficile e severa.... LEGGI TUTTO SU "ARTE RICERCA".

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