giovedì 10 luglio 2014

I FALSI NELL'ARTE - INSIDIE DEL SETTORE ANTIQUARIO

Le prime falsificazioni furono prevalentemente legate alla simulazione dell'oro e dell'argento. Plinio il Vecchio, menziona l'esistenza di trattati didattici per la fabbricazione dei gioielli falsi. Si conoscono pratiche riguardanti il trattamento artificiale delle gemme, atti a migliorarne e a modificarne il colore. Nel "Papyrus Graecus Holmiensis", noto anche come "Papiro di Stoccolma", quattordici fogli di papiro scritti in demotico, vengono offerte varie ricette artigianali su come schiarire o dar maggior colore alle pietre, rigenerare la brillantezza delle perle, per la pulizia e l'imitazione di oro e argento. Quando la moda del collezionismo dilagò a Roma, dopo la conquista della Grecia, si fabbricarono sculture e argenterie firmate da Mirone, Fidia e Policleto; artisti del tempo apposero alle proprie statue di marmo il nome degli scultori Prassitele e Lisippo. Tuttavia, non si trattava di falsi realizzati con l'intento di ingannare, queste riproduzioni furono per lo più motivate dal riferimento storico, ispirazione religiosa, o dal puro godimento estetico. Prescindendo dalle sue intenzioni pratiche, la falsificazione antica ci rivela elementi della cultura e degli interessi artistici di un'epoca, ed ha valore quale documento storico. La falsificazione di manufatti, mobili e dipinti d'arte è prevalentemente legato alla richiesta di mercato e fa parte di una più generale tendenza a riprodurre o falsificare un qualsivoglia oggetto che risulti particolarmente piacevole o di elevato valore economico. L'arte del falso può essere estremamente redditizia e talora la maestria di esecuzione rasenta la perfezione; oggi, fortunatamente, con il perfezionarsi delle moderne tecniche di datazione e di analisi, l'identificazione del falso ne ha tratto grande beneficio. Nel mondo dell'arredamento e della decorazione si fa largo impiego di oggetti riprodotti o non del tutto originali, ed è usuale che l'architetto proponga al cliente il dipinto in copia, il mobile in stile, o anche un pezzo più o meno antico, ricostruito o adattato alle necessità dell'abitazione da arredare. Sul mercato antiquario, numerosissimi sono gli esemplari di copie, riproduzioni e falsi, molti gli oggetti che hanno subito manomissioni, alterazioni o restauri più o meno importanti. Alcuni esemplari sono stati trasformati o arricchiti di decori per accrescerne il valore, senza peraltro che queste integrazioni risultino sospette. Persino nei musei si possono trovare in esposizione opere di una tale qualità da aver tratto in inganno i professionisti del settore: riproduzioni, falsificazioni, attribuzioni e battesimi, che con il trascorrere del tempo vengono quasi sempre smascherati. La via dell'antiquariato e del collezionismo è pertanto più insidiosa di quanto ci si possa aspettare, non solamente per il novizio, ma anche per chi di questa passione ne ha fatto una professione — forse per queste ragioni è ancor più affascinante! Ad ogni buon conto, ogni oggetto riprodotto o non del tutto originale, può svolgere una sua funzione pratica o di arredamento e avere un suo valore economico e una propria dignità.
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