venerdì 15 gennaio 2021

Stele funeraria del Gladiatore (myrmillo) Q. Sossius Albius o Albus, dedicatagli da una sua liberta.

Aquileia, Museo Archeologico. Stele funeraria del Gladiatore (myrmillo) Q. Sossius Albius o Albus, dedicatagli da una sua liberta. Prima metà del II secolo d.C.
D(is) M(anibus) Q(uinti) Sossi Albi myrmillonis Sossia lusta lib(erta) patron(o) beneinerenti. Traduzione: Agli dei Mani di Quinto Sossio Albio (o Albo), "mirmillone" la liberta Sossia Giusta al patrono benemerito. Il mirmillone (in latino: murmillo, myrmillo o mirmillo) era una delle categorie gladiatorie che si esibivano negli anfiteatri in epoca romana. Nella categoria dei mirmilloni venivano arruolati i lottatori dal fisico più possente. Sul capo i mirmilloni portavano solitamente un grosso elmo che copriva interamente il volto, decorato con figure marine, dovute alla simbologia mitologica a cui ogni classe gladiatoria era legata. Erano poi equipaggiati con un largo, pesante scudo rettangolare ricurvo (lo scutum, simile ad una tegola), molto simile a quello in dotazione alla fanteria romana; questo scudo schermava l'intero corpo, ad eccezione del volto e delle gambe, queste ultime protette da un solo schiniere (ocrea). Portava, come unica arma d'attacco una corta spada, il gladio. Durante la lotta, il mirmillone si teneva al riparo dietro il grande scudo, esponendo solo volto e gambe, a loro volta corazzate, scostando lo scudo solo per brevi attacchi con il gladio. Da questo punto di vista il mirmillone era per l'avversario una fortezza inespugnabile, di fronte; l'unica possibilità, per il suo nemico, spesso il più agile trace, era trovare il modo di attaccarlo lateralmente, dove era vulnerabile, facendo affidamento sulla relativa lentezza del mirmillone. Nella stele ad altorilievo dedicata a Q. Sossius Albius, il gladiatore è inserito in una nicchia a figura intera vestito di perizoma (subligaculum) con elmo crestato (questo tipo di elmo con tesa ricurva e visiera interamente a grata entra in uso dall’inizio del II secolo d.C.), spada corta (gladius), scudo “a tegola” (scutum), manica al braccio destro, schiniere (ocrea) alla gamba sinistra. Il volto è completamente coperto dalla visiera a grata dell’elmo. La condizione libera e il possesso di una liberta indicano per Sossius un discreto livello socioeconomico, il che è rispecchiato dalla qualità del monumento. Aquileia era dotata di un anfiteatro, ma dei gladiatori che vi si esibivano si conoscono soltanto due testimonianze epigrafiche, la presente e quella del retiarius Passer (CIL V, 1037 = Inscr. Aq., 725), attualmente dispersa. Generalmente sulle epigrafi funerarie i gladiatori sono designati col solo cognomen, indicazione che lascia incerto il loro status personale (schiavi, liberti o ingenui?), anche se sembra verosimile una prevalenza della condizione servile. Nell'Italia settentrionale si conoscono soltanto due casi, compreso il presente, di gladiatori designati da una normale formula onomastica, che ne attesta la condizione libera e il godimento della cittadinanza romana. Altri myrmillones sono raffigurati ad Aquileia nella lucerna in Verzár-Bass (ed.) 1991, cat. n. 53a. (Fonti: West & East; Itinerari epigrafici Aquileiesi; Wikipedia)

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