giovedì 18 ottobre 2012
Le Ceramiche di Emile Gallè
A Gallé vengono forniti pezzi finiti, ma soprattutto pezzi bianchi che vengono poi decorati a Nancy. Nel 1884 egli amplia alla Garenne il laboratorio di decorazione e fa costruire nuovi forni, assumendo altro personale.
L'affermazione di uno stile
Nell'evoluzione della ceramica Gallé va citato un valido e fedele collaboratore, Victor Prouvé (Nancy 1858-1943), figlio di Gengoult, quest'ultimo già collaboratore di Gallé padre.
Il giovanissimo Prouvé, che a 13 armi comincia a lavorare con il maestro disegnando i decori, studia pittura alla scuola serale e in seguito, alla morte di Gallé, sarà eletto presidente de "L'Ecole de Nancy". I giovani Emile e Victor creano i modelli e i disegni da fornire ai formatori e agli atelier di decorazione. I temi sono spesso ripresi dalle incisioni di Jacques Callot (Nancy 1592-1635) e le figure del grande incisore lorenese sono rappresentate al centro dei piatti, con la tipica bordura delle faiences dell'Est della Francia.
Si decorano centri tavola dalle forme barocche secondo la tradizione germanica, cache-pot, corpi di lampade, vasi e piatti con emblemi araldici o con temi ripresi dai pittori paesaggistici olandesi del XVII secolo. Questi ultimi ispirarono le famose ceramiche di Delft, con il blu a tuttocampo; altre volte i decori si rifanno alle favole di La Fontaine. Il maestro riporta in auge i famosi leoni porta torciere e le parure da camino con l'orologio inserito, che sono modelli del XVIII secolo della Saint-Clement, rivisitandoli nei decori con nuovi motivi arabescati e fantasie cromatiche.
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